28 Marzo 2024
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UNDER 16: narcolessia, portami via

CAMPIONATO REGIONALE UNDER 16 FEMMINILE - GIRONE SILVER 1 - 4 ^ GIORNATA

REZZATO - ALMENNO BASKET 107 - 30

ALMENNO: Cantù 3, Perico 2, Caslini, Sorti 2, Ernani, Roncalli 2, Agazzi, Bonfanti (K), Gnani 2, Sorti 15, Spadetto 2, Bonacina. All: Roncoroni - Finazzi.

Parziali: 27-9, 20-13, 35-4, 25-4.


Le ragazze di Almenno veleggiano in bus fino alla ridente cittadina di Asola (Mantova) per affrontare Rezzato, reduci dalla gara con Ororosa che ha rappresentato il picco di crescita di questa squadra: una partita, pur persa, dove a larghi tratti intensità, grinta e cuore erano emersi alla grande, oltre ad una larga serie di miglioramenti tecnici individuali e di squadra. Dopo una prova super positiva, sarebbe lecito aspettarsi un ulteriore passo in avanti dal gruppo. Ma questa, come ormai è chiaro, non è una squadra normale, nel bene e nel male.

Ecco allora che nonostante i tentativi di rianimazione e accanimento terapeutico dell´impagabile mentalist coach Loredana Rota (l´età non si dice), il jey lag dell´odissea in pullman si fa sentire. Pronti via, e immediatamente Ernani e Spadetto si infortunano alla caviglia, diventando di fatto indisponibili per quasi tutta la gara. Meglio non va a Cantù, che in un contatto particolarmente cruento sacrifica una spalla.

Alibi a parte, il resto della squadra chiamato a tappare i buchi lasciati dalle infortunate non solo non risponde presente, ma nemmeno sembra intendere la domanda. Con gli occhi vitrei di un gregge al pascolo, più che di una squadra di basket che si è appena smazzata un bel numero di chilometri per giocarsi questa partita, la sagra degli orrori prosegue inesorabile minuto dopo minuto.

Nessuna opposizione è offerta alle scorribande avversarie, passività e inedia dominano incontrastate. La lisergia e un encefalogramma piattissimo regnano in una squadra di zombie sonnambule, che si trascinano in campo come alghe flaccide sospinte dalla risacca e non sembrano difendere neanche per sbaglio. Palloni passati sui piedi delle compagne, amnesie e latitanze difensive quando va bene, totale assenteismo quando va male. E poi infrazioni di campo, accompagnate, quintali di rimbalzi concessi alle avversarie, movimenti (quando arrivano) eseguiti a caso e la perenne sensazione di un gruppo che si trova lì per puro caso.

Qualche luce lieta, a volerla cercare con il lanternino nell´oscurità fittissima: qualche lampo di pressione difensiva gentilmente offerto da Martina Agazzi, un´Aurora Sorti che prova spesso a caricarsi la squadra sulle spalle in attacco (15 punti per lei alla sirena finale) e un breve lampo di gioco nel secondo quarto (20-13 il non indecoroso bilancio).

Forse troppo poco per dissipare le ombre che si allungano stasera sulla domanda per eccellenza, che ogni giocatore e giocatrice dovrebbe porsi ad ogni allacciata di scarpe sul parquet: perché gioco a basket?
Di sicuro la risposta non può essere quella vista stasera, per nessuno e nessuna. Si doveva fare un passo in avanti, e invece ne sono stati fatti 5 indietro. Meditare, e ritrovare il bandolo della proverbiale matassa. Perché piano piano la stavamo sbrogliando, quindi ripigliamoci.

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